Spero possiate perdonare i miei silenzi che spesso si protraggono per settimane.
I hope you can forgive me for my longlasting silences, as usual.
Persa nella mia quotidianita` casalinga, fatta di bambini, pulizie, spese al supermercato e quanto piu` si addica a una casalinga (a volte disperata), non mi dimentico mai di nessuno di voi... solo che alle volte il tempo sembra proprio non bastare e mi ritrovo a voler scrivere a questa o a quell`altro, per poi rimandare sempre al giorno successivo, schiava di un circolo vizioso che continua.
Lost in my housewife daily routine, among children, cleaning, groceries... I never forget about you all... but it seems that sometimes I do not have time, or at least I spend it thinking about writing to someone or someone else, finding myself always postponing it to the following days.
Queste ultime settimane, come qualcuno sa, ho pensato piu` volte di lasciare tutto e tornare a casa. Ci sono giornate in cui mi sento davvero frustrata, parte di un mondo che non mi appartiene, dove conoscere qualcuno sembra un`impresa impossibile, e dove la mia missione quotidiana sembra fatta solo di ore passate con un ferro da stiro o un mocio in mano.
Forse la parte piu` dura e` passare da una realta` universitaria, fatta di visi giovani e ore sui libri, ad una decisamente troppo familiare, dove spesso mi sento casalinga e ``mamma`` di una casa e di bambini che non sono miei.
These last weeks I thought many times to go back to Italy. Some days I feel very frustrated, being part of a world which is not mine, where meeting new people seems to be an impossible deed to carry on and where my daily task ends up to ironing or cleaning the house up.
Maybe the hardest part is being thrown from an university reality to an at-home one, directly, without even realizing it, where I find myself housewife and ``mother`` of an house and children who are not mine.
Non posso biasimare nessuno, comunque. E` un`esperienza che ho scelto di fare, non fraintendetemi.
Anyway I can`t blame anybody. It was my own decision to come here. Don`t get it wrong.
Ma mi sto rimettendo in piedi, cercando di sperare che a settembre con l`universita` tutto sara` diverso.
However I`m trying to resist, hoping that in September, while starting University, it will change.
Cosi`, da brava casalinga, mi sono iscritta a un corso di cucito (di cui potete ammirare i primi tentativi per la fabbricazione di un cuscino porta-spilli) per la gioia di mamma e nonne... era ora, no?
As good housewives do, I`ve started with a sewing course (you can see my first attempts in sewing a little cushion for my pins)... finally my mom and Grandmas will be happy!
Ma se proprio proprio devo dirla tutta, ne ho fin sopra i capelli di stirare camicie da uomo!
Telling you the truth I can`t cope with ironing all the time shirts!
Per questo cerco un uomo senza (troppe) camicie! ;-)
That`s why I`m looking for a man without (too many) shirts! ;-)
A presto.
C u soon.
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4 comments:
Forza Elisa, non ti scoraggiare!
Ebbrava che ti dai anche alle lezioni di cucito.
un abbraccio
Ciao Eli, come altre volte ti invio qualcosa da leggere.
L'ho ricevuto da una collega con questo commento: "...E' molto immediato e un richiamo forte per ognuno..."
Ti pensiamo spesso e ti stringiamo in un forte abbraccio.
Chiedi a Fabio di starti vicino...
Articolo del 18/04 - Il Giornale - Giorgio Vittadini
"Solo lo spirito di sacrificio ci permetterà di rialzarci"
Al Governo che si sta per formare si chiederà molto per risollevare le sorti di un Paese in crisi. Ma che compito compete a tutti noi? Da un film molto popolare di qualche anno fa, Rocky 3, possiamo trarre un suggerimento. Il pugile protagonista del film, dopo aver conquistato il titolo mondiale per la sua eccezionale grinta e umanità, smette di allenarsi con serietà e viene così sonoramente sconfitto. Il suo primo rivale, che nel frattempo gli era divenuto amico, gli rivela il motivo della sua sconfitta: «Non hai più gli occhi di tigre!». Gli propone così di ricominciare da capo. Rocky, dapprima riluttante, lo segue, smette di rimpiangere i tempi che furono e inizia a sottoporsi di nuovo ad allenamenti massacranti, in una povera palestra di Los Angeles, con ragazzini alle prime armi. Così, lui, picchiatore, cambia completamente: diventa un pugile agile e, con rinnovati “occhi di tigre”, vince l’avversario che l’aveva precedentemente battuto
L’apologo tratto dal film ben si adatta all’Italia di oggi. Il nostro Paese, distrutto dalla guerra, seppe inserirsi tra i paesi più sviluppati del mondo, grazie all’intraprendenza, alla creatività, allo spirito di sacrificio dei suoi cittadini. Oggi, dopo aver raggiunto il benessere, non sembra più in grado di affrontare la crisi perché non è disposto a rischiare ciò che ha conquistato per ricominciare da capo. Chi ha vissuto la campagna elettorale nelle piazze, ha visto che molta gente si dimostra delusa e rassegnata e riversa sulla politica tutte le colpe di una situazione carica della stanchezza esistenziale di tutti. Ben diversa appare la situazione degli extracomunitari che vivono in Italia. La voglia di costruire un futuro per loro e i loro famigliari, spesso lontani, li rende pieni di passione verso la realtà, disposti a qualunque sacrificio, voraci verso le occasioni di lavoro che italiani anche bisognosi rifiutano. La fame dà loro gli “occhi di tigre”, simili a quelli che avevamo noi anni fa. E allora, da dove ricominciare?
Nella nostra tradizione, anche prima del dopoguerra, per molti secoli, c’è stato un motivo di impegno ben più forte della stessa fame, che ha reso il nostro popolo appassionato alla realtà e capace di affrontare anche la fame. E’ stata quella fede cristiana che aiuta a scoprire la bellezza del reale, pur in mezzo a tante difficoltà e contraddizioni, che spinge a valorizzare ogni piccola possibilità per migliorare la propria condizione di vita attraverso il lavoro, che considera unica e irripetibile ogni persona, che apre al sacrificio di se stessi a vantaggio di chi si ama e del proprio popolo. E’ stata, ancora, quella passione ideale per la giustizia e per il progresso, che ha permesso di costruire condizioni di vita più dignitose per sé e per i propri simili. Contrariamente a quanto ripetono gli intellettuali che invocano il definitivo sradicarsi dalla nostra storia, solo riprendendo a vivere in modo critico e attuale questa fede o questa passione ideale, possono rinascere in noi “occhi di tigre” capaci di farci iniziare di nuovo a lottare senza dormire su allori che non ci sono più. Un’educazione a questa posizione umana è ciò che è più urgente: senza di essa poco potrà il desiderio di cambiamento che queste elezioni hanno messo in luce.
Giorgio Vittadini
carissima eli,ho letto e leggo sempre le tue news..desiderosa di sentirti per telefono per farci la nostra chiacchierata di un ora intera.tanto tanto da raccontarti e orecchie calde pronte per ascoltarti.appena puoi, il prossimo weekend??ti auguro una buona settimana,anche se è già iniziata.tieni duro..un abbraccione eli!
la tua evina pigiamina!!!
Mi sa che allora sono fuori target!!
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